RECENSIONE IN ANTEPRIMA: FEATHERBED – UN LETTO DI PIUME - Vino & Veritas #1 - di Annabeth Albert

 


Titolo: Featherbed – Un letto di piume
Titolo originale: Featherbed
Serie: Vino & Veritas #1 (stand-alone) 
Autrice: Annabeth Albert
Traduttrice: Sara Coccimiglio
Genere: contemporaneo, age-gap, opposites-attract
Collana: Rainbow
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Lunghezza: 211 pagine
Prezzo Ebook: € 4,99
Prezzo cartaceo: € 15,00
Data di pubblicazione: 13 Febbraio 2023











Quando un topo di biblioteca con i minuti contati incontra un allevatore di polli più giovane e dallo spirito libero, volano piume e scintille…



Harrison Phillip Fletcher III non dovrebbe essere lì. Non a Burlington, nel Vermont, non a gestire Vino&Veritas, una pittoresca libreria inclusiva con tanto di wine bar e, di certo, non dovrebbe essere ancora vivo a quarantadue anni. E cos’altro non dovrebbe essere lì? Un’inaspettata consegna di polli.

Finn Barnes conosce i polli. Il robusto agricoltore di cibi biologici sa tutto sui polli di razza rara, ma avere a che fare con un libraio più grande e sexy è una cosa del tutto diversa. I tipi di città come Harrison non decidono mai di restare nel Vermont a lungo termine.

Dovrebbero stare alla larga l’uno dall’altro. Ma l’attrazione è reciproca. E, in qualche modo, tra discussioni sui libri e visite guidate della fattoria, scoprono di avere molte cose in comune. E si ritrovano a rubarsi baci nella stalla di Finn, a sgattaiolare fuori di casa come adolescenti e a darci dentro tra le lenzuola.

Quella che inizia come una semplice avventura finisce per far nascere forti sentimenti nelle due anime solitarie, ma un futuro insieme sembra improbabile come un pollo in una libreria. Le piume possono anche volare, ma imparare a fidarsi richiede tempo, e nessuno dei due potrebbe averlo. Saranno capaci di abbandonare le loro paure prima che sia troppo tardi?

 

Featherbed – Un letto di piume un romanzo autoconclusivo che fa parte dell’universo True North di Sarina Bowen. Opposti che si attraggono, age-gap, un po’ di angst, morbidezza – con un sacco di piume – e un pesce fuor d’acqua che, nonostante pensasse fosse impossibile, riesce a trovare una casa.





“Nessun piacere dovrebbe essere proibito”


Bello, leggero e con un pizzico di commovente spensieratezza.
L’inizio di “Featherbed. Un letto di piume” ci conquista fin dalle sue primissime pagine, ci cala in una storia dai tratti lievi e ricchi di tenerezza che si arricchiscono di freschezza e delicata sensualità. 
Il suo introdurci nella vicenda ha un tocco di leggiadra ilarità e spiazzante divertimento. 
Complice una consegna errata, due casse di chioccianti volatili, un “pollastro” sexy e dalla voce profonda, i nostri due protagonisti si incontrano e scontrano.
Harrison e Finn non potrebbero apparirci più diversi, due uomini che proiettano un immagine di sé diametralmente opposta, due caratterizzazioni che racchiudono, però, due nuclei intimi molto più simili di quanto loro stessi credano.

La sua bocca si strinse. Volevo baciarlo. Sadicamente, più diventava teso e più volevo scioglierlo.


Harrison appare subito come un tipico abitante metropolitano. 
È un uomo chiuso in se stesso e con evidenti difficoltà a interagire con il suo prossimo al di fuori del contesto lavorativo, soprattutto se questi è sexy in maniera spudorata. 
La sua emotività è fragile, per cui spesso non riesce a esprimere pienamente ciò che vorrebbe, risultando così giudicante e superbo. 
Soffre di ansia e depressione, e di un senso di ineluttabile fatalità che diviene, di giorno in giorno, sempre più pressante e schiacciante. 
Non vuole legami sentimentali poiché non vuole essere responsabile del dolore che inevitabilmente provocherà. 
Si sente una bomba a orologeria pronta a scoppiare improvvisamente, e questa sua convinzione lo porterà a rischiare di perdere tutto, lo convincerà a salvaguardare chi ormai ha imparato ad amare con tutto il cuore.
Finn è l’archetipo dell’uomo forte e deciso, tenace e dedito alla sua fattoria e alla sua famiglia. 
Un’esperienza traumatica passata lo ha convinto che gli uomini come Harrison siano egoisti ed egocentrici, interessati solo alle apparenze, dediti a prendere senza nulla donare. 
Uomini che non restano, uomini che inevitabilmente ambiscono al successo lasciandosi alle spalle, senza rimpianti, qualsiasi legame.

“Ero stato così perso nei miei pensieri da perdere la possibilità di vedere chiaramente il presente. Non potevo continuare a vivere in un futuro oscuro.”


I loro primi incontri sono irti di incomprensioni che sfumano in cauto ottimismo. 
Tra preconcetti prontamente sfatati, una collaborazione e flirt, decidono di darsi una possibilità tra le lenzuola. 
Decidono di dar seguito alla sensuale attrazione che tentano di sfogare ma che viene puntualmente disattesa da contrattempi e interruzioni fastidiose.
Tra le appassionanti letture a lieto fine che li accomuna, e le nuove esperienze culturali, Finn e Harrison si avvicineranno sempre più intimamente, riscoprendo così la gioia di amare, ma sarà proprio questo sentimento, unito alle paure irrazionali e profonde che nascondono, a separare le loro strade, troncando ogni possibilità di felicità, speranza e vita a due.

Ora che avevo avuto tutto quello, non volevo lasciarlo andare, ma non ero del tutto sicuro che l’universo mi avrebbe permesso di tenere qualcosa di così speciale.


Tra un’omissione, testardaggine e uno screzio, capiranno che la loro paura del domani è un’insicurezza che non riescono a controllare, una titubanza che li porta infine a comprendere di essere due “polli” ottusi.
Con “Featherbed. Un letto di piume.”, primo volume della serie “Vino & Veritas”, Annabeth Albert ci regala alcune ore di romantico relax tra leggerezza e sensuale delicatezza grazie a uno stile lieve che scorre fluido, una narrativa curata e morbida che ci permette di sognare e sorridere. 
Dolcissimo.

Aveva detto di voler essere la persona dalla quale poteva tornare, e poteva farlo sul serio. Ma era anche un trampolino di lancio, perché sapere che lui mi stava aspettando mi permetteva di mettere tutto me stesso nelle cose che facevo e portarle a termine. Con lui potevo fare di più, proprio perché non dovevo fare tutto. E per questo lo amavo davvero.














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