Intervista: con Alessia Cucè




Ciao a tutti!!!
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Alessia Cucè!
Partiamo facendole tantissimi complimenti per il suo modo di scrivere. Abbiamo notato che è bravissima in tutti i generi. Andiamo a scoprire cosa ci ha risposto!!!




-Quando hai scritto il tuo primo libro? Che genere era?

 

Il mio primo libro l’ho scritto nel 2013, un fantasy, Tra le braccia di un Sogno, che poi è divenuto una trilogia.

 

 

-Tra tutti i generi letti non abbiamo trovato un M/M, hai intenzione di scriverlo?

 

Non penso. Ho letto solo una volta questo genere e non credo di esserne all’altezza.

 

 

-Hai una tua playlist preferita per quando scrivi?

 

Sempre, per ogni libro le canzoni mi accompagnano per tutta la scrittura. Quelle più suggestive diventano le colonne sonore dei miei booktrailer.

 

 

-Di solito dove ti piace scrivere?

 

Solitamente scrivo a casa, seduta al tavolo, ma spesso mi capita di scrivere anche in auto o mentre sono a letto. Per fortuna esistono le app sul cell.

 

 

-Come ti è venuta in mente la storia di Sean Soul?

 

È da un po’ che volevo scrivere un romanzo simile, ma ho sempre creduto di non essere preparata. Amo i film e i romanzi dello stesso genere, ho cercato di studiare tutti gli aspetti e quando mi sono sentita pronta, è nato Sean.

 

 

-Visto che in “101” hai racchiuso più generi, ti è stato difficile scriverlo?

 

In parte. Ci sono stati aspetti che mi hanno fatto tribolare, ma consultandomi con la mia fidata beta, tutto si è chiarito.

 

 

-Ho letto “Il profumo della pioggia”, cosa ti ha spinto a scrivere un libro che parla di una tematica così forte come il cancro?

 

Il cancro ha fatto parte della mia vita per diversi anni, anche se non ha colpito me direttamente, ma mio padre. Avevo bisogno di liberarmi del peso che questa malattia mi aveva lasciato dentro durante la lotta affrontata da mio padre, una lotta, purtroppo, persa. Avevo bisogno di dare un lieto fine, perché io non ne avevo avuto. Di sperare di nuovo e cogliere l’essenza della vita, seppur difficoltosa con la costante presenza di un nemico simile.

 

 

-C’è stato qualcuno che ti ha aiutata nella stesura del libro? Ho visto che ci sono delle parole molto tecniche e mediche.

 

No. La conoscenza di termini medici purtroppo deriva dalla mia esperienza. Frequentare ospedali per anni, ti porta a sapere nello specifico, ogni caratteristica del nemico che ti appresti a contrastare.

 

 

-Cosa ti senti di dire a chi si trova a dover combattere questa terribile malattia?

 

Di non smettere mai di sorridere, anche quando si è deciso di arrendersi, bisogna continuare a gioire e accettare. Il cancro oramai fa parte della vita di tutti, si è diffuso a macchia d’olio, quindi, ognuno di noi ha qualcuno caro che sta lottando o ha lottato contro questa malattia. È diventata davvero, come scrivo nel libro, uno di famiglia e in quanto tale, va affrontato non facendosi sovrastare dalla paura. Lo so, non è semplice, ma mio padre mi ha insegnato che qualsiasi sia l’evolversi di un percorso tanto difficile e debilitante, se hai accanto le persone che ti supportano e rispettano ogni tua scelta, ma sono in grado anche di scuoterti quando la resa è dietro l’angolo a causa della stanchezza, non bisogna smettere mai di ringraziare e sorridere per tutto quello che abbiamo vissuto. Breve o lungo, poco importa, l’importante è vivere intensamente.

 

 

-Ora, rispondi a una domanda che ancora nessuno ti ha fatto su questo libro, ma che vorresti ti fosse fatta.

 

La domanda: perché amo tanto il profumo della pioggia da usarlo come titolo e renderlo, nella trama, un momento di rinascita.
Risposta: La pioggia spesso suscita nostalgia, malinconia. La prima volta che ho sognato mio padre dopo la sua morte, mi sono svegliata in piena notte e ho aperto la finestra per respirare e calmare le lacrime. Pioveva a dirotto e l’odore mi è salito alle narici. Lo avevo sognato sereno e di nuovo sano, senza i segni di quella malattia che me l’aveva portato via. Quel sogno ha riportato il sorriso e tutte le volte in cui piove e sento l’odore della terra bagnata, ripenso a quel bellissimo sogno.

 

 

-Mi piacerebbe sapere se Nadia esiste veramente, se hai tratto ispirazione da qualcuno in particolare?

 

No. Nadia nasce dalla mia vena umoristica. Ogni qualvolta vedo uno strafigo da paura, penso al rovescio della medaglia e partono battute a raffica. Io adoro ridere, adoro la spensieratezza, la leggerezza di trascorrere ore serene in grado di offuscare l’oscurità che spesso mi fa compagnia. Ridere mi fa stare bene come nient’altro e da questo nasce Nadia, dall’esigenza di prendere la vita con leggerezza e portare il buon umore ai miei lettori.

 

 

-Il personaggio di Nadia, con il suo carattere, ti assomiglia? In caso contrario, vorresti essere come lei?

 

A tratti. Nadia in certi aspetti è davvero odiosa. Il suo voler additare ogni aspetto degli altri non rendendosi conto di non essere tanto diversa, non rientra nelle mie caratteristiche. L’autoironia e l’autocritica, invece mi appartengono.

 

 

-Ho riso tantissimo quando c'è stata la descrizione di tutte le "prodezze" di Mattia. Hai mai incontrato un uomo del genere?

 

Aimè sì. Un grande amore adolescenziale tanto bello quanto vuoto, purtroppo.

 

 

-Ho adorato molto i paragoni che adoperi nel libro: Aurora, gamberetto, aragosta etc. ho riso  tantissimo. Usi questi paragoni anche nella vita di ogni giorno?

 

Sì. Sono molto burlona e mi piacciono le similitudini soprattutto se fatte con parti del corpo.


-Hai mai incontrato un uomo come Paolo?

 

Sì, lo ammetto, ma tanti e tanti anni fa, solo che il mio “ispiratore” era anche di bell’aspetto oltre ad avere delle caratteristiche, chiamiamole così, non indifferenti.

 

 



Grazie mille Alessia per aver risposto alle nostre domande!
Aspettiamo il tuo prossimo romanzo.


Romanzi 
 
Recensione:Il profumo della pioggia qui
Recensione: Colpo di fulmine (senza sfumature) qui
Recensione: Un amante nel mio letto qui
Recensione: 101 qui



 

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