RECENSIONE IN ANTEPRIMA: ULTIMO OCEANO - Micol Mian & Sabrina Romiti

 


Titolo: Ultimo oceano
Serie: Rosa dei venti #2
Autrici: Micol Mian, Sabrina Romiti
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Collana: Rainbow
Genere: Contemporaneo
Lunghezza: 308 pagine
Prezzo Ebook: € 4,99
Prezzo cartaceo: € 12,00
Data di pubblicazione: 14 Ottobre 2021

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Theo ha una storia da scrivere, un paio di vite già archiviate e il fantasma di un ex ancora da esorcizzare del tutto. Quando lascia Los Angeles e si trasferisce in Massachusetts per frequentare un master di scrittura creativa è determinato a rigare dritto ed evitare le complicazioni, così, quando il destino mette sulla sua strada Raven e Jude, una coppia poliamorosa che lo affascina da subito, il primo istinto è quello di tenersi alla larga.


Resistere alle tentazioni non è mai stato il suo forte, però, e Jude e Raven sono una tentazione fortissima: più tempo passa con loro, più Theo si trova a chiedersi se abbia senso negarsi ciò che desidera solo perché teme di alterare l’equilibrio. E quando il suo professore di scrittura gli mette in mano un libro che tocca Raven e Jude da vicino – e traccia diversi parallelismi con la sua storia – Theo comincia a pensare che ci potrebbe essere una ragione più grande dietro a quell’incontro, che forse l’equilibrio è qualcosa che si costruisce insieme, man mano.


Attirato in una storia di sparizioni, poesia e fantasmi più o meno metaforici – con la voglia di ritrovare la sua voce, e la sensazione sempre più scomoda che sia impossibile farlo finché non trova il coraggio di affrontare il passato – Theo scoprirà che a volte la sfida più grande è essere sinceri con se stessi e smettere di fuggire. Che le complicazioni possono portare anche cose belle. E che entrare nelle vite degli altri non significa per forza sbilanciarle o metterle a soqquadro: a volte può aiutare a mantenere l’equilibrio, e persino a trovarne uno nuovo.




Theo aveva passato la sera sentendosi già rimosso da tutto, come un’impronta che cancellavi dal vetro.


Un colpo all’anima! Anche questo secondo volume de la serie “La rosa dei venti” racchiude un’intensità stridente unica e graffiante, una disanima tagliente e opprimente che tutto rallenta e soffoca. “Ultimo Oceano” cattura tutta la nostra attenzione tra pensieri spezzati e celati attraverso uno stile sempre ermetico e sofferto. 

Una narrativa incentrata sull’introspezione impietosa che Theo, il protagonista e unica voce narrante, intraprende attraverso un cammino oscuro e doloroso. 

Un passato di perdita di sé stesso e vergogna, disgusto e manipolazione. 

Il senso di inquietudine è un’ansia che si tramuta in angoscia e inadeguatezza, è l’incapacità di proseguire e “rinascere”, nell’impossibilità di dimenticare e cancellare tutto ciò che è stato, chi si è amato nonostante lo si abbia anche odiato. 

Stacchi di ricordi che ci vengono trasmessi attraverso sensazioni frammentate, incipit di esperienze che non ci è dato conoscere, spaccati che spesso ci appaiono ostici e disorientanti. 


[…] lui non era un guscio vuoto, una pagina bianca. C’erano storie già scritte, pensieri e paure, e non voleva rinnegarne nessuna. Solo adattarle a quella nuova partenza. 


Theo è fuggito da un passato che non riesce a dimenticare, schegge e spigoli taglienti che lo trascinano in dilemmi interiori e amarezza, asprezza e disillusioni. Le sue disamine interiori sono fortemente esistenzialiste e destabilizzanti, ciò da cui fuggiva e rifuggiva rischia di minare ogni possibilità di futuro e di equilibrio. L’incontro con Jude e Raven da il via a una suadente seduzione che troppo spesso desidera e rifugge in un loop di desiderio che non comprende, non capisce se è forzata, autoimposta o cercata. 

E mentre i giorni, e i mesi, passano, l’attrazione è sempre più soffocante nel tentativo di accettarne la giustezza, spaventato da quelle ferite infette inferte da un rapporto abusante. Il senso di perdita lacerante che li accomuna è una corrente di oscurità e struggente sofferenza che pone l’accento su tematiche difficili e intime dell’animo umano, degli impulsi e dell’eticità di essi stessi. 


Ogni parola era come una goccia che cadeva, cadeva, cadeva, e lui la sentiva risuonare nella cavità vuota della coscienza. Era l’oceano e il fiume, la profondità e l’estensione, ogni contraddizione che avesse provato nella sua vita, e in quella parte di vita che stava vivendo nella stessa città dove quell’uomo era nato, con persone che lui aveva conosciuto, l’esitazione precisa che gli annodava nel ventre ogni singolo sguardo di suo fratello. 


Ancora una volta lo stile di Sabrina Romiti e Micol Mian è evocativo, molte scene sembrano scatti fotografici in bianco e nero, contrasti di luci e ombre che come spigoli taglienti incidono impietosi la fragilità dei loro personaggi. Grazie a uno stile schietto ed essenziale, scevro da romanticismo e soavità, “Ultimo Oceano” sconcerta e ammalia, trascina impetuoso tra i flutti troppo spesso tempestosi dell’animo umano. È sicuramente una storia di spessore e difficile che si dipana attraverso una serie di immagini labirintiche che si specchiano all’infinito. Una vicenda indicibilmente tormentata che percepiamo attraverso emozioni e sensazioni che ci offrono scorci di eventi che non ci è dato scoprire nella loro interezza. La narrativa con cui ci viene raccontato è mirata, curata e ricercata strutturalmente ed espressivamente, in un rimando continuo alla scrittura, alla poesia e alla fotografia come espressione di ciò che troppo spesso non è immediatamente tangibile o comprensibile. “Ultimo Oceano” non è una semplice storia d’amore, è un cammino difficile e struggente, doloroso e profondamente destabilizzante nella dissonanza emotiva che trasmette. Imperdibile. 


Che le coordinate potevano tracciarle insieme, tutti e tre, una rosa dei venti di sogno e coraggio. Non trovava le parole, però: come tante altre, sembravano asciugarsi sulla lingua, nascondersi nella polvere.












SERIE ROSA DEI VENTI
01 - In luce fredda - Recensione: QUI
02 - Ultimo oceano




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