RECENSIONE IN ANTEPRIMA: UN EREDE SCONVENIENTE - Sins of the Cities #3 - di K.J. Charles

 


Titolo: Un erede sconveniente
Titolo originale: An Unsuitable Heir
Serie: Sins of the Cities #3
Autrice: K.J. Charles
Traduttrice: Chiara Fazzi
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Collana: Rainbow
Genere: Storico
Lunghezza: 288 pagine
Prezzo Ebook: € 4.99
Prezzo cartaceo: € 12.00
Data di pubblicazione: 5 Ottobre 2020

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Nella Londra vittoriana, un investigatore privato trova la passione, il pericolo e l’amore di una vita mentre dà la caccia a un aristocratico perduto.

Sulle tracce del figlio segreto di un conte, l’investigatore Mark Braglewicz rintraccia la sua preda a teatro, mentre si esibisce come trapezista con la sorella gemella. Aggraziato, bellissimo, sfuggente e forte, Pen Starling è diverso da chiunque altro Mark abbia mai conosciuto in vita sua… ed è anche tutto ciò che ha sempre desiderato. Ma l’acrobata dalla lunga chioma ha un titolo nobiliare e una fortuna da rivendicare.

Pen non vuole vivere come un uomo, e men che mai come un nobiluomo. Il pensiero di essere ricco, titolato e sempre sotto i riflettori lo terrorizza. Gli piace la vita che sta vivendo adesso: i suoi giorni sul trapezio, le sue notti insieme a Mark. E non ha intenzione di farsi convincere ad accettare un titolo che potrebbe distruggergli l’anima.

Ma c’è un assassino che batte le nebbiose strade di Londra e la vita di Pen non è l’unica a rischio. Mark decide di costringere il riluttante erede a passare dal varietà al maniero di famiglia, per salvargli la pelle. Tradito dall’unico uomo di cui pensava di potersi fidare, Pen non vuole mai più rivedere il suo amante. Tuttavia, quando l’assassino va a cercarlo, Pen deve trovare un modo per perdonarlo… o potrebbe non vivere abbastanza a lungo da sentire le scuse di Mark.






Adesso non aveva più quello sguardo da lupo diffidente con Mark, la sua esuberanza era irreprimibile e contagiosa. Pen era tutto vento e fuoco, nato per ridere e volare.


Con “Un erede sconveniente” giungiamo al capitolo finale di questa bellissima trilogia. 
Se nel primo volume mi sono innamorata della semplice dolcezza di Clem e Rowley, e nel secondo volume sono stata totalmente conquistata da Nathaniel e Justin, in questo terzo e ultimo capitolo sono stati Mark e Pen ad addolcirmi con la fragilità di un amore che riesce a fondere “un immagine in bianco e nero con una a colori.”
Mark e Pen non potrebbero essere più diversi, la loro dicotomia non è solo fisica ma coinvolge una molteplicità di aspetti, tematiche e dinamiche.
Mark è concretezza e tangibilità, ponderatezza e raziocinio.  
Pen, invece, è più ostico inquadrarlo, è tenacia e fragilità, resilienza ed evanescente mutevolezza. 
È sicuramente un personaggio unico e particolare. Un protagonista caratterizzato da una molteplicità di aspetti, sensazioni e colori. 
La sua fragilità emotiva nel non riuscire a definirsi è il punto di forza con cui prova, con tutto se stesso, a vivere una vita senza tradire la propria essenza. 
È un’anima tormentata, e intrappolata, che non trova giustezza in nessuna forma “convenzionale” o travestimento, nei suoi spigoli duri o nella morbidezza di alcune sue linee, perché il suo corpo non rispecchia ciò che sente e percepisce di sé, ciò che desidera e brama senza mai stringerlo tra le mani.
K.J. Charles affronta una tematica difficile e insidiosa, nella caratterizzazione di Pen, con scioltezza e rispetto. 
La fluidità di genere che da vita, e sostanza, a questo personaggio ha dissolvenze e sfumature evanescenti. 
Pen è un’entità, un’anima e un cuore, nulla più. Lui scivola con imprevedibilità e con sofferenza da una percezione a un’altra, faticando nel raggiungere un equilibrio armonico.

Non posso tenerti con me e, quando te ne andrai, non proverò più niente del genere.


In “Un erede sconveniente” finalmente il mistero, che ha dato vita e corpo a questa trilogia, giunge al suo epilogo. 
Un giallo che ha lasciato una scia di morte lungo la via per la sua risoluzione. 
Viviamo una bellissima storia d’amore inframezzata da sospetti e violenza, liti e passione. 
Un finale in cui l’amore trionfa sopra ogni limite e/o regola. Da non perdere.

“Oppure la mente inizierebbe ad adattarsi al corpo,” concluse Pen in tono sommesso. “Perché non puoi non essere te stesso. Sarò costretto a trasformarmi in qualcuno che ci riesce, e poi chi diventerei?”















SINS OF THE CITIES SERIES


01 - Un'inattesa attrazione - Recensione: QUI
02 - Un vizio innaturale - Recensione: QUI
03 - Un erede sconveniente




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