RECENSIONE IN ANTEPRIMA: LA SCATOLA DI LATTA - di Kim Fielding


Titolo: La scatola di latta
Titolo originale: The Tin Box
Autore: Kim Fielding
Traduzione: Valentina Andreose
Cover Artist: Anne Cain
Genere: Contemporary
Casa Editrice: Dreamspinner Press in Italiano
Pagine: 197
Formato: ebook
Prezzo: $ 6,99 su Dreamspinner Press
Data di pubblicazione: 19 Febbraio 2019

Acquista

DREAMSPINNER - AMAZON






Il passato di William Lyon gli ha impedito di essere se stesso. Combattuto e stanco di mantenere le apparenze, si separa dalla moglie e accetta un lavoro come custode di una struttura che è stata il più grande ospedale psichiatrico della California. Il vecchio manicomio, vuoto e abbandonato, gli sembra il luogo adatto in cui rifugiarsi per terminare la tesi di laurea in attesa che il divorzio diventi definitivo. Nella piccola città di Jelley’s Valley, William incontra Colby Anderson, che manda avanti la bottega del paese con annesso ufficio postale. Al contrario di William, Colby è adorabile, ottimista e vistoso, e non si preoccupa di nascondere il proprio orientamento sessuale. Anche se all’inizio il carattere aperto di Colby lo mette a disagio, con il tempo William impara ad apprezzare la loro amicizia e accetta persino la proposta di Colby di introdurlo al mondo del sesso gay.

L’idea che William si è fatto di sé inizia a cambiare quando scopre una scatola di latta nascosta da decenni nelle mura del manicomio. All’interno, sono custodite le lettere scritte in segreto da Bill, un paziente che era stato internato a causa della sua omosessualità. William si rispecchia in quelle pagine e comincia ad appassionarsi alla storia dell’uomo che le ha scritte e al suo destino. Con l’aiuto di Colby, spera che le parole scritte settant’anni prima gli diano il coraggio di essere finalmente se stesso.










 

18 marzo 1938.
Mio adorato Johnny,
non so se o quando questa lettera ti arriverà, ma voglio scriverla lo stesso.
// ...qui mi vedono solo come qualcosa di sporco e malato.
Se potessi guarire sarei libero.
Ma guarire significherebbe non amarti più,
non desiderare più sentire la tua voce e avvertire il tuo tocco.
E non posso davvero rinunciarci, anche a costo della libertà.
Per sempre tuo, Bill.


William, Colby e... Bill. Tre uomini, tre personalità distinte che danno vita a una storia dolce e struggente.
William a trentadue anni è un uomo solo, chiuso in se stesso, spaventato dalle proprie pulsioni che tenta di reprimere da sempre.
Vittima di una famiglia e di un credo che lo hanno svilito e svuotato, che lo hanno spinto a rinnegare la sua essenza colpevolizzandolo.
È incapace di relazionarsi con gli altri nell’impossibilità di capire chi sia lui veramente.
L’asocialità di cui è vittima da sempre, il tentativo di conformarsi ad un idea che non gli appartiene e che lentamente lo sta spegnendo, lo portano ad un allontanamento volontario da qualsiasi contatto umano, un isolamento dal mondo e da ciò che più lo spaventa.
Lavorare come custode in un manicomio chiuso da tempo gli darà la possibilità di capire la verità su sé stesso, gli permetterà di trovare la forza di rivendicare il suo posto nel mondo e la forza di afferrare la felicità e l’amore che troverà quasi per caso.

 

“Scherzi, vero? Andiamo. I gayradar impazziscono a chilometri di distanza quando cammino per strada.//
Will, lo sanno tutti che sono gay. Solo che non mi va di discutere di come si abbordano gli uomini gay con il reparto geriatrico della mia famiglia.”


Colby è un uomo atipico, sembra un folletto saltellante, un uomo solare, teneramente esagitato e buffo.
Per William, unico narratore della storia, impattare con la sua personalità sfavillante e spumeggiante è destabilizzante.
Comprendere che Colby è se stesso, che non si nasconde o vergogna, che non si cura del giudizio altrui, lo porta a riflettere sempre più sulla sua vita e su cosa voglia da essa.
I sorrisi luminosi, la solarità e la gioia di vivere di Colby sono armi che lentamente, e inevitabilmente, scardinano ogni sua paura, dubbio o remora, permettendogli così di aprirsi alla vita.

 

Porca miseria! Lo avevo promesso a se stesso! Aveva giurato di non farsi più coinvolgere da nessuno, e invece eccolo lì. Si era innamorato del primo uomo che gli aveva dedicato delle attenzioni. E si era affezionato a un uomo che di sicuro era morto da decenni.


Infine ma non ultimo Bill.
Ritrovare una scatola di latta contenente lettere di Bill al suo amato, missive di un epoca in cui l’omosessualità era punibile dalla giustizia, in cui era vista come una malattia mentale, ci offre uno spaccato su un’epoca e una storia che ci spezza il cuore.
Bill viene denunciato dalla famiglia, arrestato e condannato ad essere rinchiuso in manicomio per essere “curato”.
Bill ci e si racconta nelle sue lettere d’amore, ci offre uno spaccato su una realtà che è dolore e disgusto, rabbia e commozione.
Lui non vuole essere curato, non vuole rinunciare al loro amore, non può e non vuole tradire se stesso, una realtà che lo fa sentire vivo ma gli costerà molto, troppo, tutto.

 

Ma negli ultimi mesi - anche grazie a te, Bill - ho iniziato a credere in me stesso, a credere nel futuro, a credere nei fantasmi, a credere nella speranza. A credere nell’amore. Grazie per tutto questo. Resterai per sempre nel mio cuore. Per sempre tuo, Will.


“La scatola di latta” è una storia dolcemente amara, una vicenda che vi farà sorridere e sospirare, soffrire e arrabbiare.  Sicuramente è una storia che ci offre vari spunti di riflessione attraverso uno stile fluido e scorrevole.
L’autrice, Kim Fielding, riesce a narrarci una vicenda scevra da morbosità ma di forte impatto emotivo, viviamo la dolcezza e spensieratezza di Colby, la paura e la negazione di Will, il dolore e la forza di Bill.
Bellissimo.



















0 commenti:

Posta un commento

Bookinkblog. Powered by Blogger.