Recensione: Il ritorno dal mondo delle idee di Damiano Dario Ghiglino



Titolo: Il ritorno dal mondo delle idee
Autore: Damiano Dario Ghiglino
Editore: Self Published
Genere: Narrativa / Fantasy
Prezzo ebook: € 3,99 disponibile su KU
Prezzo cartaceo: € 7,90
Pagine: 79
Data pubblicazione: 10 Maggio 2017

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In un mondo misterioso e simbolico due ragazzi si fanno strada tra scenari apocalittici alla disperata ricerca del leggendario mondo delle idee. Evan è un selvaggio dotato di oscuri poteri, Eliah proviene da un idilliaco paese di campagna in decadenza. Tuttavia non tutto è come sembra e gli ampi spazi desolati su cui poggiano i piedi racchiudono un segreto ancora più terribile e claustrofobico. Una straordinaria allegoria che, attraverso una narrazione serrata, racconta il muto dolore in cui vive l'uomo moderno.
 







Questo non è stato un libro semplice da recensire. Devo confessare che mi sono trovata di fronte ad una storia che non mi aspettavo, non tanto per l’idea in sé che leggendo la sinossi aveva catturato il mio interesse, quando per la tipologia di narrazione che vi ho trovato.
Andiamo con ordine, parliamo di due ragazzi Evan, che sembra essere dotato di poteri oscuri, ed Eliah che invece proviene da un villaggio di campagna, che sono alla ricerca del mondo, leggendario, delle idee.  Un viaggio e una realtà che si rivelano peggio di quanto si aspettassero.


Non avrei tardato molto a scoprire perché qualcuno avesse innalzato miglia di filo spinato. Ciò che trovai dall’altra parte non aveva più nulla del mondo delle idee: le anime di quelli erano talmente mutate da diventare incontrollabili, talmente degenerate che nessun dio era in grado di punirle dopo la morte corporale: nessuno reclamava quegli spiriti dannati a cui altro non restava che un perenne ed inesorabile ritorno alla propria gabbia di putrefazione, un continuo disunirsi e riallacciarsi nuovamente alla carne marcia in un eterno stato di decomposizione, di disfacimento, di trapasso.


L’intero libro si rivela essere una metafora in realtà, l’intelletto o per meglio dire la conoscenza contrapposto alla natura.  La vera essenza dell’animo umano che sopravvive alla morte…


Quando la materia era annientata, nessuno sapeva cosa accadesse allo spirito. Dopotutto è difficile rimanere vivi in mezzo all’eterno nulla.


Le idee filosofiche a cui attinge l’autore sono molte e forse proprio per questa moltitudine il testo a tratti perde di intensità e diventa un po’ confusionario. Il lettore un po’ si perde in questa filosofia che risulta essere serrata e pressante narrata in modo a tratti complesso per essere definito un libro di genere fantasy.
L’idea di fondo è comunque interessante e molto bella anche la scelta delle metafore esplicate in modo netto e crudo, proprio per dare l’idea del dolore in cui si ritrova a vivere oggi l’uomo nel mondo attuale.
 

 
















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