Intervista: a Amélie e Giveaway




Ciao a tutti!!! Oggi abbiamo fatto qualche domanda a Amélie,ma prima di scoprire cosa ci ha risposto andiamo a scoprire 4 dei suoi libri.




TRAME e ESTRATTI

 

Alba vive da sola con il figlio e lavora alla Banque Populaire come addetta alle pulizie, ma lo stipendio non le permette di pagare le spese e in breve tempo, i debiti si accumulano. L'incontro con Fabrice Valois, direttore della banca, complica le cose. Lui è attraente e... pericoloso. Ne ha conferma quando, disperata, gli confessa che sarà cacciata di casa se non pagherà l'affitto. Fabrice è disposto ad aiutarla, ma a una sola condizione: lei dovrà essere la sua schiava sessuale per un week-end. Alba accetta e sottomettersi si rivela un'esperienza davvero umiliante e dolorosa. Ottenuti i soldi, cerca di trovare impiego altrove, senza avere successo, e alla fine, è costretta a tornare da Fabrice, ossessionato da lei e dal ricordo del week-end trascorso insieme. A poco a poco, però, Alba inizia a intravedere sprazzi di luce nella sua anima oscura. Esiste una speranza di redenzione? Intanto, alcuni eventi li mettono di fronte alle loro debolezze e paure e li portano a combattere fianco a fianco contro nemici arrivati dal passato e intenzionati a distruggerli. Alba riuscirà a lasciarsi andare con Fabrice, nonostante tutto? E Fabrice saprà essere più forte dei demoni che lo tormentano?

    

 

 ESTRATTO DI SUA… (‘ALBA & FABRICE’ TRILOGY)


«Non potrei dimenticarlo neanche volendolo. Con nessun’altra donna avevo mai provato un piacere simile, Alba. Un piacere talmente intenso da lasciarmi stordito per ore» mormorò, avanzando di alcuni passi.
Io ne feci altrettanti indietro, consapevole all’improvviso di quanto fosse piccolo il magazzino.
«Stammi lontano» sibilai, e lui, per una volta, mi ascoltò.
«Anche tu sei venuta, Alba. Nonostante tu abbia cercato di resistere, alla fine ti sei abbandonata a me. Il tuo splendido corpo ha tremato a lungo sotto il mio, amplificando a dismisura il mio godimento. Non eri mai stata così bella come in quel momento: gli occhi serrati e le palpebre che tremolavano, le labbra socchiuse, le guance scarlatte, i lunghi capelli rossi che ricadevano intorno al viso come tante lingue di fuoco… Ogni volta che li ho toccati, mi sono sentito bruciare. Dappertutto. Voglio sperimentare di nuovo quelle fiamme e per riuscirci, ho bisogno di te, Alba».
«No! Tu devi lasciarmi in pace, Fabrice!»
I suoi occhi scintillarono della mia stessa rabbia.
«Pace? Io non so che cosa sia, non l’ho mai saputo, quindi non posso farti dono di essa. Soffrirai con me, giorno dopo giorno, finché non resteranno soltanto le ceneri di questo desiderio che mi consuma».
Azzerò la breve di stanza che ci separava e mi prese per le braccia, scuotendomi, costringendomi a guardarlo dritto negli occhi, quegli occhi che erano il mio tormento, la mia dannazione, la fonte di ogni mia paura.
«Tu sarai di nuovo mia. Tutte le volte che vorrò. Deciderò io quando arriverà il momento di dirci addio, non tu. È stato sempre così e così sarà sempre. Non costringermi a rincorrerti ancora, perché non l’ho mai fatto e non lo trovo divertente».
«Stavolta non mi piegherò al tuo volere, Fabrice. Stavolta non mi avrai».
Provai a divincolarmi, ma lui aumentò la stretta, affondando le dita nella mia carne.
«Ti riavrò, invece. Continuerò a sbarrarti tutte le altre strade, in modo da riportarti su quella che conduce a me. Tornerai, Alba. È solo questione di tempo» disse, e la sua bocca fu sulla mia, a suggellare quella terribile minaccia, che da adesso in poi avrebbe aleggiato sopra di me, oscurando la mia vita, intossicandola.
Con le mani feci leva sul suo petto, una volta, due, tre, quattro, fallendo miseramente. Forse era questo il mio destino: fallire in ogni lotta ingaggiata contro di lui. La forza e la determinazione di cui disponevo non erano niente in confronto alle sue. Nemmeno un esercito sarebbe riuscito a contrastarlo, figuriamoci io da sola. Ondate di frustrazione s’infransero contro di me, dentro di me, portandosi via le mie energie. Mi arresi, subendo l’implacabile attacco delle sue labbra, della sua lingua, del suo respiro caldo e agitato, del suo corpo alto e possente, l’unico in grado di farmi sentire piccola e impotente.
Quando Fabrice si ritrasse e mi guardò, il suo viso era sfocato per via delle lacrime che mi riempivano gli occhi.
«Ti odio con tutto il cuore» dissi, e mi passai il dorso della mano sulla bocca, cancellando le tracce del suo passaggio. 


Marisol Delgado non ha mai potuto contare sulla sua famiglia: i genitori, ma soprattutto il fratello maggiore, Leon, l’hanno sempre trattata male senza un motivo apparente, considerandola un’estranea. Una notte, però, Leon si spinge oltre il limite,
picchiando la sorella senza alcuna pietà. Ogni micidiale colpo di cintura le porta via un pezzetto d’anima, finché non ne rimane traccia. Dopo quella notte, Marisol non sente più niente. Tre anni dopo, la situazione non è cambiata. Solo alcol e sesso riescono a farle provare qualcosa che non sia il solito torpore. Stanchi dei suoi eccessi, i genitori decidono di sbatterla fuori di casa, iscrivendola al Collegio di Oviedo. Qui, Marisol rischia di morire a causa di un incidente. A salvarla è un misterioso ragazzo di nome Esteban. Durante quel breve incontro, nel quale non è riuscita neanche a vederlo in faccia, Marisol sente sbocciare un’emozione imprevista e capisce all’istante che lui è la chiave per ritrovare la sua anima perduta. Inizia a seguirlo e viene a sapere che vive rinchiuso da anni in un’ala del collegio e che una tragedia legata al suo passato gli ha lasciato cicatrici profonde nell’anima e sul volto, celato da una maschera d’argento. Esteban è un ragazzo distrutto, che conosce solo la solitudine e le tenebre, e in lui Marisol percepisce uno spirito affine. Inoltre, è ammaliata da quei magnifici occhi verdi screziati d’ambra, colmi di segreti dolorosi, da quei lunghi capelli neri, lisci e luminosi come seta, da quella voce profonda e vellutata, capace di scaldarle il cuore. Anche Esteban perde la testa per lei, ma teme di offuscare la sua luce con la propria oscurità, così la respinge. Alla fine, però, non possono fare a meno di stare insieme e i due iniziano a vedersi di notte, quando il resto del collegio è addormentato, abbandonandosi alla passione. Marisol si sente felice e completa per la prima volta in vita sua e lo stesso vale per Esteban, ma la loro relazione clandestina non è destinata a durare, perché una scioccante scoperta cambierà le carte in tavola e quello che era cominciato come un sogno, si trasformerà in un vero incubo.

 

       

 ESTRATTO DI ESTEBAN (‘LUCES Y SOMBRAS’ DUOLOGIA #1): 

«Come fai a conoscere il mio nome?».
«L’ho sentito pronunciare in giro il giorno prima che tu arrivassi e quando ti ho visto per la prima volta, l’ho associato subito a te». Inspirò ed espirò profondamente. «Tu… sei davvero calda e luminosa come il sole. Abbagli, accechi ed è così che deve continuare a essere. Io sono figlio delle tenebre. La mia anima è ghiaccio nero, pietra inerte. Il mio volto spaventa, le mie mani distruggono, la mia bocca è veleno. Se ti avvicinerai a me, io spegnerò la tua luce, prosciugherò il tuo calore. Ti ucciderò, anche se oggi ti ho salvato la vita».
Dio Santo. Le sue parole erano sconvolgenti. Che cosa gli era capitato per ridursi in quello stato? Capii che eravamo due anime affini, che avevano attraversato l’inferno e ne erano uscite completamente devastate. In qualche modo eravamo legati, ma questo lui non lo sapeva ancora.
«Ti sei fatto un’idea sbagliata su di me, Esteban, e non ti biasimo, perché ci conosciamo appena. Io non splendo né riscaldo come il sole. Sono spenta, da parecchio tempo. E credo che tu ti sia fatto un’idea sbagliata anche di te stesso. Se fossi così malvagio come dici, non cercheresti di proteggermi, mettendomi in guardia sul pericolo che rappresenti».
Sospirò.
«Marisol, apprezzo le tue parole, ma le cose stanno così. Io non mi avvicinerò più a te e tu non ti avvicinerai più a me. Adíos, rayo de sol».
Se ne andò, senza aggiungere altro.
«Hasta luego, Esteban» sussurrai, e me ne tornai in camera mia, con il corpo che mi formicolava ancora per essere entrato in contatto con il suo e la mente invasa dall’eco delle sue parole tristi e tormentate.
Mi dispiace, ma non ho alcuna intenzione di dimenticarti. 
 

 

 

 Per Marisol Delgado, la vita si è fermata nel giugno del 2013, quando è venuta a conoscenza della morte di Esteban. Da allora, il suo sonno è turbato da incubi orribili e la sua anima è lacerata dall’amore, dall’odio e dai sensi di colpa. A darle un po’ di conforto sono i suoi amici e le visite alla tomba di Esteban. Alejandro, che la assume come segretaria presso il suo studio legale, prova per Sol un sentimento che va ben oltre l’amicizia, ma lei non può ricambiarlo, perché l’unico uomo che vuole è Esteban. È certa che rimarrà da sola per sempre, poiché la sola idea di avvicinarsi a un altro le dà i brividi, ma una sera, inaspettatamente, incontra Yago, un affascinante ragazzo che nel giro di pochi secondi riesce a scuoterla sin nel profondo. È colpa dei suoi occhi verdi, che le ricordano quelli di Esteban? Oppure del modo in cui la guarda, come se la cercasse da anni e finalmente l’avesse trovata? Sol è sconvolta dalla propria reazione, ma va fuori di testa quando Manuela lo assume alla villa come nuovo giardiniere. Adesso evitarlo è quasi impossibile e lui non glielo permette, perché ne è attratto e il suo scopo è conquistarla. Giorno dopo giorno, nonostante cerchi di opporsi, Sol si sente sempre più vicina a Yago e sempre più lontana da Esteban. Lui riesce ad abbattere le sue difese, arrivandole dritto al cuore e alla mente, e a farla star bene. Forse Marisol può sperare di voltare pagina, di essere di nuovo felice, ma… ben presto il passato torna a bussare con prepotenza alla sua porta e le persone che credeva di conoscere, si rivelano per ciò che sono in realtà, sconvolgendo il suo equilibrio già precario. Era quasi convinta che il destino si fosse ormai stancato di giocare con la sua vita, ma si sbagliava di grosso e adesso, ha solo due possibilità: combattere o soccombere.  

 

    ESTRATTO DI MARISOL (‘LUCES Y SOMBRAS’ DUOLOGIA #2):

«Voltati» gli ordinai.
«Cosa?».
«Fammi vedere le spalle».
Con titubanza, si girò ed io rimasi senza parole. Tutta la schiena era occupata da un magnifico tatuaggio, che rappresentava la mitica Araba Fenice con le ali spiegate. Il capo poggiava sulla sua spalla destra e la folta coda, che scompariva in parte sotto i jeans, probabilmente terminava in corrispondenza dell’osso sacro. Il piumaggio, riprodotto in ogni singolo dettaglio, era per lo più nei colori rosso e arancione, ma presentava anche alcuni tocchi di oro e blu. Quando allungai la mano per sfiorare l’estremità di un’ala, Yago ebbe un fremito e la Fenice sembrò muoversi insieme a lui. Era il tatuaggio più straordinario e realistico che avessi mai visto. Una vera opera d’arte.
«Gesù, è incredibile. Dà l’impressione che stia riposando sulla tua schiena e che possa spiccare il volo da un momento all’altro. Posso chiederti perché proprio l’Araba Fenice?».
Inspirò ed espirò profondamente.
«Perché diversi anni fa, ho rischiato di morire, ma sono riuscito a salvarmi. Ho avuto una seconda opportunità».
C’era dolore nella sua voce, quindi non lo incalzai con altre domande, restituendogli il favore che aveva fatto a me.
«Sei risorto dalle ceneri, come l’Araba Fenice». Mi schiarii la gola. «Posso toccarla? Posso toccarti?».
«Sí» sussurrò. «Tócame, Sol».
Ero molto emozionata.
«Siediti sul bordo del letto».
Eseguì e scivolai a sedere dietro di lui. Con la punta delle dita percorsi gli orli frastagliati delle ali maestose, mantenendo un tocco lento e leggero. I polpastrelli si saturarono del calore della sua pelle, un calore che mi sciolse profondamente, permettendomi di prendere confidenza con il corpo di un uomo che si apprestava a lasciare un’impronta nella mia vita complicata. Avvicinai il viso alla spalla di Yago per osservare meglio il capo della Fenice mentre lo accarezzavo e in quel momento, i suoi occhi, di un verde così vivido da sembrare quasi irreale, saettarono nei miei, trasmettendomi una silenziosa preghiera: non fermarti. Accantonai Alejandro, Felipe, la dolorosa verità sui miei natali e continuai quella piacevolissima e rilassante esplorazione, seguendo la linea della spina dorsale di Yago, che coincideva con quella della Fenice. Più le mie dita scendevano, più la sua pelle s’increspava per i brividi… di piacere? Gli depositai un piccolo bacio sulla scapola sinistra e lui trattenne il fiato.
«È incredibile l’effetto che mi fai, Sol».
La sua voce roca tradiva il desiderio che provava nei miei confronti. Anch’io trattenni il respiro.
«Quando sono con te, è come se morissi, ma solo per rinascere a miglior vita».
La sua dichiarazione abbatté le mie difese e per una volta, le mie lacrime non furono di dolore, bensì di una gioia che non credevo più possibile.
Yago non è un male per me, dopotutto. Forse è un bene.
«Nessuno mi aveva mai detto una cosa così bella. Grazie».


Il mio nome è Miriam, ho ventiquattro anni e mi sono innamorata di un uomo. I suoi
capelli sono biondi come quelli di un cherubino, gli occhi neri come quelli di un demone e questo contrasto mi affascina e mi turba ogni volta che lo guardo. La sua anima è un complesso gioco di luci e ombre, al quale ho deciso di prendere parte.
Ma ho un rivale in questo gioco: Dio.
Perché l’uomo che amo è un sacerdote.
È proibito, ma non posso fare a meno di volerlo.

Il mio nome è Raphael, ho trentasette anni e ho perso la testa per una ragazza. I suoi capelli sono oro colato, i suoi occhi due immensità color dell’oceano, un connubio che mi abbaglia ogni volta che la guardo. La sua anima è pura, ma ha un nocciolo di oscurità che la attrae verso di me. Adoro tutto di lei e la desidero come non ho mai desiderato niente e nessuno nella mia vita.
Ma è sbagliato.
Perché io sono un sacerdote e ho deciso di appartenere solo al mio Dio e alla mia chiesa.
Miriam è il frutto proibito delle Sacre Scritture, eppure non posso fare a meno di volerla.

Abbiamo provato a soffocare ciò che sentiamo l’una per l’altro e non ci siamo riusciti. Noi siamo la benzina e il fuoco e ci è bastato sfiorarci per scatenare un incendio che alla fine ci ha consumato entrambi, rendendoci peccatori agli occhi di Dio. Dopo la morte ci attende l’Inferno, ma non ci arriveremo impreparati, perché ne stiamo avendo un assaggio adesso, nella vita terrena.
Questa è la nostra storia travagliata.
E di chi vuole distruggerci.







ESTRATTO DI SINNERS:


Mi chinai, baciandola con dolcezza. Mi vennero in mente le parole di re Salomone e decisi di rivolgerle a lei. Le poggiai le mani sui fianchi.
«Le curve dei tuoi fianchi sono come gioielli, opera di mano d’artista».
Mi abbassai di nuovo, affondando la punta della lingua nel suo ombelico e facendola roteare piano, pianissimo. Fu percorsa da un fremito, che sfociò in uno di quei gemiti che mi mandavano in pappa il cervello.
«Il tuo ombelico è una coppa rotonda, ove non manca mai vino aromatico».
Le tracciai una fila di baci al centro del grembo. Si agitò. Mi agitai.
«Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato di gigli».
Le mie mani scivolarono sui suoi seni, saggiandone la morbidezza. Miriam inarcò la schiena, spingendo i capezzoli contro i miei palmi. Li sentii indurirsi e altro sangue corse alle vene del mio membro, costretto dai boxer.
«Le tue mammelle sono come cerbiatti, gemelli di gazzella».
Era nuda, vestita solo del piacere, che accendeva ogni lineamento del suo viso. Assomigliava a una dea pagana della fertilità e io non desideravo altro che venerarla e possederla.
«Continua…».
La accontentai. Chiusi la mano intorno alla sua gola, ma senza stringere troppo.
«Il tuo collo è come una torre d’avorio».
Catturai il suo sguardo.
«I tuoi occhi sono come le piscine di Heshbon presso la porta di Bath-Rabbim».
Le leccai il ponte del naso e il respiro le sfuggì rapido dalle labbra, scaldandomi il mento.
«Il tuo naso è come la torre del Libano, che guarda verso Damasco».
Le presi la testa tra le mani.
«Il tuo capo si eleva su di te come il Karmel».
Infilai le dita tra i suoi capelli.
«Un re è fatto prigioniero delle tue trecce».
Le catturai la bocca con un bacio lungo e profondo, che rappresentava la fame e il fuoco, l’avidità e la lussuria più sfrenate, due vizi capitali che non me la sentivo più di condannare. Le mani piccole e delicate di Miriam si muovevano avanti e indietro sul mio torace, senza mai spingersi sotto la vita. Gliene presi una e me la appoggiai sull’erezione, ruggendo di soddisfazione. La strinse e la vista mi si appannò.
«Sei così lungo, così grosso, così duro…» bisbigliò, facendo scorrere le dita su e giù.
Dio!
Le afferrai i polsi e glieli bloccai sopra la testa. Poi la guardai, intensamente, imprimendomi nella memoria ogni dettaglio del suo viso.
«Come sei bella e come sei leggiadra con tutte le tue delizie».
«Stai citando le Sacre Scritture?».
«Sì. È il Cantico dei Cantici di re Salomone».
«Questa cosa è blasfema ma bellissima. Continua a recitarlo, ti prego».


E adesso vediamo cosa ci ha risposto Amélie!

 

 

A che età hai cominciato a scrivere?

 La mia passione per la scrittura è nata recentemente, ovvero quattro anni fa, subito dopo la conclusione degli studi universitari.


Qual è stato il tuo primo racconto e di che genere?

Il mio primo romanzo è stato un romantic suspanse (genere che adoro), intitolato Prigioniera del passato e scritto con lo pseudonimo di Deborah M. 



 

Cosa ti ha spinta a scrivere libri dark?


  Il fatto che si trattasse di un filone quasi nuovo in Italia e che fosse dotato di una complessità non indifferente. Questi due aspetti hanno costituito una sfida per me e io amo le sfide.



Com'è nata la voglia di scrivere?

   Dal mio grande amore per la lettura. Sono stati i romanzi delle mie scrittrici preferite a invogliarmi a scrivere una storia tutta mia, che rispecchiasse la mia anima e la mia personalità. Dopo il primo romanzo, non sono più riuscita a fermarmi, tant’è che sono giunta al quindicesimo XD 


Come mai hai scritto un libro con protagonista un prete?

 Perché pochissime persone hanno trattato quest’argomento così delicato e com’è successo con il dark romance, anche in tal caso vi ho scorto una sfida che ho affrontato con grande entusiasmo.


So che stai scrivendo un nuovo libro, ci puoi dire di che tratta?

È il primo romanzo della serie ‘Dark Love’. Non posso ancora svelarvi il titolo né la trama, perché è troppo presto, ma vi anticipo che ne vedrete delle belle con Adrian e Luana. Chi mi conosce capirà di cosa parlo.


In che ambiente ti piace scrivere?

Nella mia camera da letto. In altri luoghi non trovo mai l’ispirazione.



Per i tuoi libri ti sei mai ispirata a qualcuno che conosci?

A parte me stessa, non mi sono mai ispirata a nessuno XD 



Hai mai pensato di scrivere un MM?

I romanzi MM, così come quelli FF, non rientrano nel mio gusto personale, quindi non ne scriverei mai uno.



Come fai a rendere il personaggio così odioso e cattivo e poi riesci a farlo amare nonostante quello che ha fatto?

Oh, Dio, domanda da un milione di dollari! Me l’hanno chiesto in molte e devo ammettere che dare una risposta non è così semplice. Posso solo dire questo: quando capisco che il mio personaggio sta per toccare il punto di non ritorno, gli faccio compiere un gesto, oppure dire qualcosa che magicamente lo riporta indietro. Cioè, quando sento nascere l’odio vero nei suoi confronti, capisco che è il momento di fermarmi e renderlo protagonista di un momento positivo che cancelli il prima.

Come fai a scegliere i personaggi?

Ho una fervida immaginazione, quindi la mia mente è sempre affollata di personaggi che non trovano riscontro nella realtà. A seconda di che umore sono in quel periodo, ne scelgo uno e ci costruisco intorno la storia.



Hai mai scritto una storia vera?

No, ma alcuni episodi raccontati (non posso svelarvi quali) mi sono accaduti davvero.



Di tutti i libri scritti, qual è il personaggio che hai amato di più?

Fabrice Valois, per il suo terribile passato e il difficilissimo percorso che ha compiuto dall’oscurità alla luce grazie all’amore della meravigliosa Alba.


 Grazie per aver risposto alle nostre domande e per i libri che metti a disposizione per il Giveaway!






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1 Premio eBook di "Sinners" e 3 Segnalibri
2 Premio eBook della duologia ‘Luces y Sombras’
e 3 Segnalibri
3 Premio eBook "Sua" e 3 Segnalibri

I Segnalibri di Esteban sono autografati con dedica da Amélie! 


Il Giveaway termina domenica 15 Gennaio, assegneremo privatamente un numero ad ogni commento, in maniera progressiva a partire dal primo commento lasciato.
Lunedì vi annunciamo i vincitori.
Buona fortuna a tutti!!! 







Recensione "Sinners" Qui












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