RECENSIONE: RAGAZZO, UOMO E NEMO di Damiano Dario Ghiglino

 


Titolo: RAGAZZO, UOMO E NEMO
Autore: Damiano Dario Ghiglino
Genere: LGBT
Casa Editrice: Self Publishing
Pagine: 83
Prezzo: Ebook € 3,99 – disponibile su Kindle Unlimited
Prezzo: Cartaceo € 9,99 
Data di pubblicazione: 19 Dicembre 2020





Un ragazzo cammina portando con sé una valigia lungo le strade innevate di una città tedesca. Non sa da dove viene, né dove sta andando. Sa solo che si è lasciato il passato alle spalle perché è gay, è diverso.
Sarà così che Eric intraprenderà un lungo viaggio alla scoperta di sé rivelando, tra incontri inaspettati e interrogativi senza risposta, l’essenza di una vita che è tutte le vite.
Un romanzo cosmopolita, visionario, oscuro ma anche luminoso, sulla ricerca dell’identità attraverso le molteplici tappe dell’esistenza umana.




La sofferenza è ciò che ci rende diversi gli uni dagli altri.


Bellissimo, sorprendente e destabilizzante. 
Damiano Dario Ghiglino narra una storia difficile che ci ferisce nella solitudine di una vita persa e spersa. 
Una disamina dolorosa e cocente nella sofferenza melanconica, e spiazzante, di una vissuta ai margini di se stessa. 
È la storia di un viaggio chiamato vita, un cammino composto da strade e possibilità, esistenze che mutano e si rincorrono in una solitudine che è angoscia. 
Un viaggio continuo alla ricerca di se stesso in un continuo ricercarsi e forse trovarsi, per poi smarrirsi ancora nell’inquietudine e nella solitudine.
Soli, anime disperse in una vita alla continua ricerca di cosa in fondo non si sa mai, spinti sempre avanti per ritrovarsi a dover ripercorrere i propri passi per ritrovare quel ragazzo che è un po’ uomo e un po’ nemo.

Aveva imparato che a volte l’unica soluzione è disconnettere il cuore e il cervello, smettere di pensare e di provare emozioni.


Damiano Dario Ghiglino ci presenta un personaggio difficile ed ermetico sotto alcuni aspetti, ci proietta in uno svolgimento che ci parla di esistenzialismo filosofico attraverso uno stile che, alcune volte, ci appare metafisico, che si dispiega attraverso un linguaggio a volte tagliente e graffiante trasmettendoci una sensazione di vuoto incolmabile.
“Ragazzo, uomo e nemo” è una storia tratteggiata da un ermetismo filosofico che ci parla di una circolarità in cui la vita si ripete, si dirama per strade diverse di infinite possibilità per riportarti alle radici, a quel luogo e quell’evento che hanno scatenato il tuo tormento.
Tra apatia e sconforto, tristezza e amarezza, seguiamo un giovane che cammina nel gelo dell’esistenza trascinando una valigia rossa, unico emblema che colora il grigiore della sua esistenza, un simbolo che catalizza un dolore immane nella ricerca di una vita che è sfuggita tra le pieghe del tempo, dei ricordi e di tutto ciò che si è perduto lungo il cammino.

“L’identità non è legata alla nostra memoria, ma a quella degli altri e alle loro vite.”


Bellissimo e spiazzante nell’angoscia che riesce a trasmetterci, nel dolore e nella sofferenza di un’anima sola che resta dietro a un vetro ad osservare un ragazzo che cammina solo per la strada, trascinando nel freddo della sera una valigia rossa simbolo di ricerca e speranza, sogni e possibilità. 
All’autore posso solo dire chapeau. Imperdibile.

L’itinerario è sempre una circonferenza, un continuo ritorno alle origini. Trovarsi. Lasciarsi andare e perdersi. Ritrovarsi.
























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