RECENSIONE IN ANTEPRIMA: DIMMI CHE È VERO - A prima vista #1 - di TJ Klune



Titolo: Dimmi che è vero
Titolo originale: Tell Me it’s Real
Serie: A prima vista #1
Autore: TJ Klune
Traduttrice: Claudia Milani
Collana: Rainbow
Genere: Contemporaneo
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Lunghezza: 408 pagine
Prezzo Ebook: € 5,99
Data di pubblicazione: 7 Aprile 2020

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Credete nell’amore a prima vista? Paul Auster non ci crede. Anzi, lui non crede quasi a nulla.

È un trentenne di taglia abbondante, che svolge un lavoro tedioso in un anonimo cubicolo e le cui doti riconosciute sono l’umorismo pungente e il modo colorito con cui commenta il trascorrere della sua vita. I suoi migliori amici sono un cane con due zampe di nome Rotelle e una drag queen che sfiora il bipolarismo, Helena Handbasket. Ha un nemico giurato, il pappagallo omofobo di sua nonna, a cui si ripromette di tirare il collo, se lo insulterà un’altra volta.

Poi arriva Vince Taylor, che è il suo esatto opposto: sexy, sicuro di sé, e più stupido di una gallina. E, per qualche ragione misteriosa, Vince comincia a fargli il filo. Senza sosta. Sicuramente si starà prendendo gioco di Paul, perché non è possibile che un tipo così sia interessato a un perdente come lui.

Ma dopo aver investito Vince con la propria auto – senza volerlo, si intende, al massimo sarebbe stato un omicidio colposo – Paul è obbligato a considerarlo con occhi diversi, e scopre che l’unico ostacolo tra loro è rappresentato proprio da se stesso: un ostacolo quasi insormontabile. Quando Vince si trova ad affrontare un doloroso evento famigliare, Paul deve mettere da parte i propri dubbi per stare accanto all’uomo che lo trova perfetto così com’è.






Sorrise. Fossettopoli. La sagra delle fossette.


Avevo già letto e amato “Dimmi che è vero” alcuni anni fa. Una storia che ricordavo divertente e dolcissima, ma non ero preparata a trovarla ancor più ilare e commovente di quanto la mia memoria ricordasse. 
Fin dalle prime battute possiamo apprezzare il genio di questo autore poliedrico e amatissimo. 
La presentazione di Paul in prima persona, rivolta direttamente a noi come lettori, è qualcosa di totalmente esilarante e paradossalmente assurda, da fuori di testa.


Mai nessuno prima mi aveva guardato in quel modo. Era sconcertante. Era terrificante. E incredibilmente meraviglioso.


Paul è un uomo meraviglioso, non è il solito stereotipo di bellezza e fascino. 
È un uomo comune, morbido sia fisicamente che d’animo. 
È affetto da una “diarrea” verbale che sfocia in sproloqui
allucinanti e, direi anche, “allucinogeni”, fuori da ogni contesto quando l’ansia e la sua incapacità di socializzazione lo attanagliano nel profondo, cioè sempre. Non riesce a capacitarsi di come sia possibile che un ragazzo bellissimo come Vince, voglia lui... proprio lui.
Vince è perfetto, stupendo e abbagliante con il suo luminoso sorriso e le fossette, con il fisico scolpito come un modello. 
È determinato ad avere Paul fin da quando ha posato per la prima volta gli occhi su di lui. 
Vince lo vede veramente, vede al di la di ogni sciocchezza astrusa che dice, la goffaggine e la timidezza. 
Farà qualsiasi cosa per convincere Paul che è vero!!! 
Ah, dimenticavo, anche Vince ha un difetto, quale? 
Non è proprio un “genio”.


E anche per te. In quale modo hai superato tutte le mie difese e mi hai quasi fatto credere che fosse possibile. È per te che mi si spezza il cuore. Mi girai e uscii dalla stanza.


In questa mia seconda lettura ho saputo apprezzare ancor di più, se possibile, lo stile narrativo di TJ Klune
Essere capace di creare una storia come questa, ricca di discorsi e pensieri pregni di battute irriverenti e sarcasmo, in un dipanarsi che sa di parodia e “follia”, è sconcertante e ammaliante. 
Tutti i personaggi presenti sono caratterizzati con singolarità, originalità e profondità, arricchendo la storia di un’atipicità unica e originale. 
È una storia che tra risate e sconcerto sa parlarci di tematiche serie e profonde. 
Tra omofobia e accettazione, famiglia e comprensione, sostegno e amore, viviamo anche attimi di infinita dolcezza e struggente commozione, ansia, dolore e amarezza.
“Dimmi che è vero” è un libro che deve essere letto, amato, perché c’è del genio nella follia creativa che ha spinto l’autore a scriverlo. 

Buona lettura.

“Gli diresti una cosa da parte mia?”

“Cosa?”

“Potresti... dirgli che ti ho detto che è vero? E che se ce ne sarà bisogno, glielo ripeterò ogni giorno, che è vero.”
















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