RECENSIONE IN ANTEPRIMA: L' EREMITA DEL BOSCO - di Francesca Bufera



Titolo: L’eremita del bosco
Autrice: Francesca Bufera
Collana: Rainbow
Genere: Contemporaneo
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Lunghezza: 247 pagine
Prezzo Ebook: € 4,99
Data di pubblicazione: 13 Maggio 2019

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Ci sono amicizie che possono durare per tutta la vita. Era così quella tra Pietro e Riccardo, compagni di scorribande nei boschi prima che Riccardo morisse a soli otto anni. Da allora, la sua famiglia non è mai più tornata nel piccolo paese del Trentino dove Pietro vive.

Max è il fratello minore di Riccardo. In fuga da una delusione amorosa, decide di intraprendere un viaggio rimandato da sempre: tornare in Trentino per riappropriarsi della memoria del fratello. Lì, Max e Pietro si rincontrano, l’uno animale di città e l’altro solitario, schivo e innamorato della natura. Il legame che li unisce sfocerà in qualcosa di molto profondo, ma i problemi che Max ha lasciato a Milano lo seguiranno, mettendolo di fronte al fatto che la baita nei boschi di Pietro è solo una parentesi, per quanto magica, e non potrà restare rintanato lì per sempre.








 

Non l’aveva dimenticato, e la Casa delle Fate era il luogo in cui veniva a cercarlo, il luogo in cui si ritrovavano.


Meraviglioso.
A volte alcune storie ti colpiscono dritte al cuore, ti fanno innamorare con semplicità, permettendoti di vivere una magia, di staccare dal quotidiano per assaporare un mondo nuovo ricco di intensità ed emozioni.
Francesca Bufera è stata, per me, una scoperta unica, un’autrice che dosa sapientemente, e con perfetto equilibrio, ogni sensazione attraverso uno stile che è freschezza e spontaneità, una narrativa che avvince e incanta.
Ha dato vita ad un’alternanza di sofferenza e commozione lievi che si stemperano con sprazzi di ilare giocosità ed ironia. La scioltezza della sua narrativa da vita ad una ricchezza di sensazioni ed emozioni che ci rimandano a credenze e magia.



“È vero che non voglio soffrire quando te ne andrai. Ma soffrirò comunque. E stare qui, senza poterti toccare, è comunque una sofferenza.”


Max è un personaggio stupendo, a tratti buffo, rumoroso e imbranato, pare un folletto esagitato.
È lui che ci racconta la storia nella sua quasi totale interezza, che ci parla di un vuoto incolmabile che lo accompagna da sempre e che sente dentro di sé, una mancanza creatasi dalla morte di quel fratello, Riccardo, che non ricorda, un fratello che vorrebbe conoscere e sentire parte di sé.
Tornare in quei luoghi di vacanza, in cui la sua famiglia era stata felice per anni, rappresenta la ricerca di una flebile traccia che, Riccardo, ha impresso, anche se per poco, nel tessuto del mondo.
Una ricerca che lo porterà ad intrecciare il suo cammino con Pietro.
Pietro il teutonico biondo.
Pietro l’eremita, a tratti disarmante nella sua semplice schiettezza, un uomo burbero e chiuso al mondo e ai rapporti sociali.
Pietro l’amico speciale di Riccardo, che ne tiene vivo il ricordo da sempre, un ricordo che è gioia e dolore per ciò che è stato e mai più sarà.
Assaporiamo le interazioni tra questi due uomini così diversi in tutto, diversa la vita e i desideri, attraverso battute e incomprensioni, paura e titubanza. Il timore di essere percepito come un surrogato di chi più non c’è, frena l’attrazione che crepita in molti sguardi e gesti.
Percepiamo la confusione di Pietro per la sua convinta eterosessualità che vacilla e poi si sgretola, osserviamo gli sguardi profondi e tutti i segnali contraddittori che esterna come vibrazioni che destabilizzano e confondono Max.



Era così, tra noi. Lui era la poesia che io dissolvevo con frammenti di realtà. Era un buon compromesso, il nostro gioco piaceva a entrambi. Mi donava la bellezza, io gli donavo la materia. La nostra chimica nasceva da lì, da una diversità talmente eccessiva da permetterci di incastrarci l’uno nell’altro alla perfezione almeno per un po’.


Riccardo è sicuramente una figura molto importante all’interno della storia.
È il filo conduttore che scorre nel sottotesto per riemergere in ricordi ed emozioni. La corposità della sua presenza è preponderante nel principio di “L’eremita del bosco”, uno spazio che va lentamente , e impercettibilmente, scemando fino a divenire una presenza che vivrà per sempre nei loro cuori e che gli ha donato la possibilità di trovarsi e amarsi.



Le parole erano di troppo in quel momento.
Volevo lui, il mio piccolo Principe delle Fate, tutto intero.
Non si trattava solo di sesso: la mia sete era della sua presenza, del suo respiro, del suo battito cardiaco sotto il palmo della mia mano.


“L’eremita del bosco” è una storia dolcemente frizzante e sensualmente divertente.






















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