Recensione Amore senza limite di Jay Crownover edito dalla Harpecollins

Ciao ragazzi
La nostra Lane ha letto e recensito per voi il libro Amore senza limite di Jay Crownover edito dalla Harpecollins
Se volete sapere cosa ne pensa continuate a leggere.....


Titolo: Amore senza Limite 

Autore: Jay Crownover 

Serie: Saint of Denver

Genere: NewAdult 

Casa editrice: Harpecollins italia

Link per acquisto: Amazon


Sayer Cole e Zeb Fuller non potrebbero essere più diversi tra loro. Lei è un tipo da country club e ristoranti esclusivi, lui ha un passato da galeotto; lei passa le sue giornate a dibattere in tribunale, lui si sporca le mani nella sua impresa edile; lei è pura seta, lui è ruvido denim. Eppure, non appena Zeb posa gli occhi su quella bionda regina di ghiaccio, decide che deve averla a qualsiasi costo. Nonostante l'evidente attrazione reciproca, Sayer però respinge ogni tentativo di seduzione, incapace di credere che un uomo così istintivo e virile possa interessarsi a una maniaca del controllo come lei. Ma quando Zeb ha bisogno della sua abilità di avvocato per sciogliere un nodo doloroso del passato, Sayer accetta di aiutarlo. E mentre lottano insieme in una battaglia che coinvolge il loro futuro e molto di più, lei capisce che solo il calore di quell'uomo potrà sciogliere la gelida gabbia che la tiene prigioniera


Quanto riusciamo ad annullarci per gli altri? 
Quanto l’altrui giudizio può condizionarci? 
Quanto è difficile amarci senza dimenticare noi stessi?
Sono queste le prime domande che mi son posta leggendo Amore senza Limite di Jay Crownover: un libro dal forte impatto emotivo nella sua descrizione delle sfaccettature della violenza sulle donne, violenza sia carnale che psicologica.
La storia racconta di Zeb e Sayer: un ex detenuto a cui la vita ha riservato una seconda possibilità che ha saputo sfruttare al meglio avviando una sua ditta di restauri, in cui gli operai sono quasi tutti degli ex carcerati a cui Zeb cerca di dare un lavoro, un aiuto, per riuscire a rimettersi in careggiata. Viene considerato un gigante buono, data la sua stazza, dal carattere deciso, e forte.
 Lei: Sayer, avvocatessa penalista di Denver, trasferitasi per conoscere il suo fratellastro (nonché  amico di Zeb): una donna molto fredda e sempre perfetta. Nulla straspare dal suo atteggiamento nè dai suoi abiti, tanto da essere classificata come una bambola, ma dentro nasconde tutta la sua insicurezza e la sua paura di risultare sbagliata agli occhi degli altri a causa dell’infanzia passata con il padre dopo il suicidio della madre.
Zeb viene incaricato da Sayer di ristrutturare la sua casa coloniale, ma l'attrazione che si innesca tra i due è palpabile: lei cercherà sempre di mantenere il controllo della situazione tenendolo a distanza. Ma a lui arriva la notizia che il figlio di cui non era a conoscenza verrà affidato agli assistenti sociale, poiché la madre è morta, e chiede a Sayer  di aiutarlo e quindi di prendere procura del caso.
Di una cosa sono certa: i bambini sono un balsamo per le persone: è così anche per Say, grazie al piccolo Nathan riesce a vedere in stessa più di una semplice bambola, capisce che non bisogna lasciar potere a quelle persone che dicono di amarci salvo trattarci come fossimo uno straccio da umiliare e disprezzre fino al punto di annullare noi stesse.

" Io deglutii forte allungai una mano attraverso il tavolo per toccargli la guancia. La sua pelle era così morbida, così  delicata. Ammiravo quel bambino che aveva sofferto tanto eppure aveva conservato un cuore d'oro. Pensai ancora una volta a quanto erano coraggiose le persone che dopo essere state ferite e prese di mira dalla vita e dagli altri riuscivano ancora a provare sentimenti e a sperare" 

Trovo che in questa citazione risieda il cuore del libro: la speranza di poter cambiare e di poter rinascere dopo aver attraversato le pene dell'inferno.
Non starò a dirvi come finisce la storia tra Sayer e Zeb; ma posso consigliarvi di leggerla fino in fondo; specialmente in un periodo come questo, quando la violenza sulle donne non è mai stata più d’attualità: non esiste solo la violenza fisica ma anche la violenza psicologica che forse, a volte, può far più male di uno schiaffo.





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