RECENSIONE IN ANTEPRIMA: CARABOSSE - di Annalisa Mantovani Sassi

 


Titolo: Carabosse  
Autrice: Annalisa Mantovani Sassi
Collana: Rainbow
Genere: Contemporaneo, paranormale
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Lunghezza: 270 pagine
Prezzo Ebook: € 4,99
Prezzo cartaceo: € 12,00
Data di pubblicazione: 13 Luglio 2021

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Eleuthère Roux, Lelou per gli amici, ballerino ventenne e promessa della danza del Ballet dell’Opéra di Parigi, fin da bambino custodisce gelosamente un segreto del quale sono a conoscenza solo la sua anziana nonna e la sua migliore amica: vede i fantasmi.

Ed è proprio il fantasma di una giovane ballerina che lo guida, inavvertitamente, all’incontro della sua vita e alla caccia ad un assassino che sta mietendo vittime nella bella Parigi, inscenando frammenti di favole maledette e ammantate di un mistero fatto di sangue e dolore.

Nicholas Greville, futuro Conte di Warwick, trentottenne avvocato e giurista londinese con un curriculum più che immacolato, ama la musica più della sua stessa vita, ed è ossessionato dalla morte della sorella gemella avvenuta più di vent’anni prima, in circostanze misteriose. Il suo incontro con Lelou sembra voluto dal destino, proprio come in una di quelle fiabe che la madre gli raccontava da piccolo, un destino segnato dal dolore che obbligherà entrambi a scavare tra gli spettri del comune passato oscuro.




I morti non parlano. I morti non fanno rumore.


Carabosse”, una storia dai continui richiami alle fiabe popolari, quelle fiabe che tutti conosciamo ma che in origine, molto spesso, non avevano un lieto fine e ci parlano di oscurità e malvagità.
Questa storia segue il loro stesso stile narrativo, uno stile che è proprio di una cultura in cui il lupo, la strega o l’orco, altri non sono che la malvagità del genere umano. 
Quell’oscurità senza la cui esistenza la luce non potrebbe esistere e brillare di speranza e salvezza, un buio che inquina le anime e le cambia per sempre.
Annalisa Mantovani Sassi ci racconta una fiaba in chiave moderna, una storia in cui la malvagità di anime corrotte e abbiette deturpano, infangano e annientano piccole scintille di luce, anime candide che vengono stroncate per sempre dalla perversione di uomini malvagi e senza scrupoli.
Ci parla di fantasmi e di un dolore mai dimenticato, una sofferenza che dilania, inquina e si alimenta di rabbia e “giustizia”, una giustizia che altro non è che vendetta e rivalsa per ciò che è stato e continua ad essere.

I morti non parlano. I morti non fanno rumore. I morti non possono toccarti o essere toccati. I morti non mentono. Mai.


Mi è stato difficile, se non impossibile, non empatizzare con l’assassino, un angelo vendicatore che non ha trovato pace e giustizia nel mondo degli uomini, una realtà in cui la corruzione, il potere e i soldi tutto hanno potuto pur di continuare a mantenere viva una perversione spaventosa e inconcepibile.
Ho amato il dolce e malizioso Lelou, un giovane solare che ha trovato nella danza la sua vita, un ballerino che nasconde un passato sconfortante e doloroso. 
Sarà questo piccolo sole che riuscirà a rischiarare l’oscurità di un’anima che non si è mai data pace, che non ha mai dimenticato e allo stesso tempo mai ricordato completamente gli eventi di una notte lontana, una notte di tragedia che ne ha devastato il futuro e la serenità. 
Nicholas ora vuole sapere e scoprire cosa è veramente accaduto quella notte funesta in cui è morta la sua amata sorella gemella, per poter così dar pace agli incubi che lo accompagnano da troppi anni.
L’incontro tra i due uomini sarà l’inizio di un’avventura che li trascinerà inevitabilmente, e inestricabilmente, lungo un cammino di verità omesse e insabbiamenti, morti violente e pericolo.
Ridisegnerà i confini delle loro certezze e di ciò che credevano verità. 
Vivranno un’attrazione che saprà lenire ogni ferita e che gli permetterà di ancorarsi al loro amore, un sentimento che è speranza e futuro.

Lelou era il sole e Nicholas era rimasto solo, al freddo e al buio, per troppo tempo per non desiderarlo con ardente egoismo.


Annalisa Mantovani Sassi ci introduce nella sua storia violentemente, attraverso l’orrore di una deviazione inesplicabile. 
La sua storia inizialmente ci appare raccontata attraverso gli assolo dei suoi protagonisti per trasformarsi poi in Pas De Deux che si arricchiscono grazie ai comprotagonisti alleggerendone, e spezzandone, così la tensione che pervade lo svolgimento. 
Il crescendo dell’azione esploderà nello svelamento di un orrore senza fine, nel rifiuto e nella violenza che da troppi anni perdura impunita, una scoperta amara e impossibile da comprendere e perdonare.
L’autrice ci ammalia con uno stile morbido e melodico che lascia comunque trasparire tutta la sofferenza, l’orrore e il dolore che i suoi personaggi sono chiamati a vivere e rivivere.
Attraverso la sua narrativa curata, e ben contestualizzata al mondo della danza, ci regala una vicenda dai contorni netti e spesso taglienti, un gioco di contrasti, di luci e ombre, amore e malvagità, dolore e devianza, una rincorsa disperata in cui tutto può essere salvato o perduto.
Bellissimo.

[…] e sorrise il suo ultimo sorriso su questo mondo. Finalmente sereno. Finalmente, in pace.











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