Recensione: SICE. Le bambole non hanno diritti - di Fernando Santini



Titolo: SICE. Le bambole non hanno diritti
Autore: Fernando Santini
Genere: Giallo/Thriller
Casa Editrice: Dark Zone
Lunghezza: 143 pagine
Prezzo: ebook € 2,49 - cartaceo € 14,99
Data di pubblicazione: 25 Novembre 2017

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Il Vice Questore Marco Gottardi ha avuto un passato importante nei reparti operativi della Polizia di Stato. Dopo aver vissuto sulla sua pelle la violenza della lotta alla criminalità si è ritirato a gestire un tranquillo commissariato romano. La sua esperienza e la sua capacità di gestione dei propri uomini non possono, però, essere sprecate. È a lui che i vertici del ministero degli Interni affidano il comando di una nuova unità: la Squadra Investigativa Crimini Efferati. La prima indagine in cui la Squadra sarà coinvolta riguarderà la morte di un regista cinematografico, forse collegata all'uccisione di un adolescente il cui corpo, orrendamente torturato, è stato ritrovato alla foce del Tevere. Nel corso della propria azione investigativa, la S.I.C.E. troverà un alleato, anche se non particolarmente gradito al Vice Questore Gottardi: un'organizzazione segreta denominata ARCO, i cui membri hanno deciso che il fine giustifica i mezzi e che quindi si può usare la violenza per far trionfare la giustizia.







“Guardami”, le dice a bassa voce, ma con un tono imperioso.
Lei alza il viso e lo osserva.
“Ho bisogno di te. La Squadra ha bisogno di te. Quel bambino ha bisogno di te. Le vittime su cui indagheremo in futuro hanno bisogno di te. Ora non posso permetterti di piangere, ora ho bisogno che tu agisca. Ti consentirò di piangere quando avremo trovato i bastardi che lo hanno ridotto così.”


L’omicidio di un regista, la sparizione di alcuni bambini rifugiati orfani, la formazione di una nuova squadra investigativa il SICE (squadra investigativa crimini efferati) e un trio di uomini potenti e influenti che si uniscono nell’ombra per aiutare la giustizia, sono gli elementi che danno vita al primo volume di una serie di racconti polizieschi ambientati in Italia.


Vedo loro e ripenso a quel corpo trovato alla foce del Tevere. Ascolto la loro gioia e mi angoscio per il dolore e la paura che hanno accompagnato la breve vita di Khaled. Come è stato possibile che in una nazione che ritengo civile, sia potuto accadere tutto questo?


Normalmente non amo raccontare la trama o il succedersi degli eventi, ancor più quando la storia di cui voglio parlarvi è un giallo.
Quello che posso rivelarvi è che, inizialmente, ho avuto dei timori riguardanti la tematica dell’indagine, già intuibile dal titolo e dalla copertina del libro.
È sempre brutto e difficile quando le vittime sono bambini, l’innocenza rubata da atti orribili, inspiegabili e ingiustificabili tocca sempre, per me, corde molto profonde e dolorose. Fortunatamente l’autore, e per questo gli sono grata, glissa con delicatezza l’attenzione dagli aspetti più crudi e scioccanti per concentrarsi in quelli puramente investigativi.
Vediamo così nascere questo nuovo organico investigativo, formato da uomini e donne che lentamente impariamo a conoscere e ad affezionarci durante tutta l’indagine, scopriamo le loro solitudini e paure, dolori e speranze, e assistiamo alla nascita di nuovi e delicati sentimenti che li porteranno a essere sempre più uniti e a completarsi professionalmente.
L’autore, Fernando Santini, ci regala anche alcuni attimi leggeri sapientemente distribuiti, all’interno dell’indagine investigativa, che stemperano la gravità della vicenda dalle tinte oscure.



La legge andrebbe fatta rispettare non infrangendo le regole. Ma quante volte, difronte alla protervia dei malvagi, difronte alla crudeltà dei criminali, si è tentati di reagire con la violenza?


In conclusione voglio ammettere la mia iniziale difficoltà nella lettura della storia, una difficoltà puramente personale e legata alla mia, quasi totale, esterofilia in campo letterario che mi hanno conseguentemente portata a una maggior conoscenza delle strutture estere a discapito di quelle italiane.
Un’ignoranza recuperata e colmata dall’attenzione e cura, da parte dell’autore, sui procedimenti e le catene di comando delle forze dell’ordine italiane.



Per noi, e se ci pensi bene anche per te, è solo una bambola. E una bambola ha solo un dovere. Quello di far divertire Il burattinaio.


A questo punto non mi resta che rimanere in attesa, spero non lunga grazie 😉, di altre indagini in cui il SICE si ritroverà coinvolto intersecando il proprio cammino con ARCO (azione repressiva dei criminali omicidi) che, anche se si muovono al di fuori della legge, non mi sento di biasimare o condannare, portandomi a tifare anche per loro. 


























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