RECENSIONE IN ANTEPRIMA: LA CASA DI VETRO - di Suki Fleet

 


Titolo: La casa di vetro
Titolo originale: The Glass House
Autrice: Suki Fleet
Traduttrice: Amneris Di Cesare
Genere: LGBT/ Contemporaneo
Editore: Self publishing
Prezzo: ebook € 4,99
Data di pubblicazione: 30 Settembre 2021

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A 17 anni Sasha si sente un po' smarrito e molto solo. Desidera ardentemente amicizia ma le sue tendenze autodistruttive gli creano problemi e allontanano da lui le persone. Tutti i giorni raccoglie vetro per le sculture che realizza e ogni giorno si sente morire dentro un po' di più. Fino a quando non incontra Thomas.

Thomas è timido ma sicuro di sé, in un modo che Sasha non riesce pienamente a capire. La sua missione è dimostrargli che tutti meritano di essere amati e non si arrende nemmeno quando quest'ultimo lo ferisce. La loro amicizia diventa più di quanto Sasha abbia mai creduto possibile. E quando si ritrova costretto a fare i conti con il suo passato, comprende che accettare di essere degno dell'amore che Thomas gli offre è l'unica maniera per annientare l'oscurità.




Per tutti coloro che
sono andati in frantumi
almeno una volta:
Voi siete perfetti
Siete belli
Siete pieni di luce


Impareggiabile!
Suki Fleet riesce sempre a sgretolarti il cuore un pezzettino dopo l’altro. 
Con la delicatezza e la melodia della sua narrativa accentua ancor più l’orrore che ti sta narrando. 
Le sue storie sono poesie dagli artigli affilati, cocci di vetro che graffiano e dilaniano l’anima e che lentamente ti soffocano atterrendoti, paralizzandoti come fari nel buio che accecano, e non sai più come respirare mentre il cuore ti rimbomba nel petto e nella mente. 
L’oscurità che sempre tutto avvolge e offusca tenta di sopprimere ogni speranza e salvezza, risvegliando grida mute di dolore e disperazione per l’innocenza strappata e perduta, lasciando al suo posto ferite e fragilità insanabili.

Lo tenni stretto. Eravamo vetro. Così fragile. Bastava un piccolo colpo e saremmo andati in mille pezzi.


La casa di vetro” è una storia potente di dolore ed emarginazione, solitudine e desolazione emotiva. 
È la storia di Sasha e del suo isolamento dal mondo, una solitudine che ferisce come il vetro che spasmodicamente cerca tra le strade, una ricerca che è un’ancora che lo stabilizza ma ferisce. 
Sasha è come i pezzi di vetro infranti, vetro di cui si circonda e che utilizza per dar vita a qualcosa di magico ma fragile come lui.
Abbandonato e isolato, emarginato in una forma di alienazione che non riesce a infrangere.
Rinchiuso in sé stesso vorrebbe qualcosa, o qualcuno, che fosse in grado di rompere quelle barriere di vetro che ha eretto nel suo cuore e nella sua anima, pareti di una casa che lo imprigionano, che respingono tutti e scatenano un’autodistruzione malsana, un cancro che lo divora un pezzetto dopo l’altro.

Ma il sigillo di vetro attorno al cuore si era rotto, sparpagliato in un campo da gioco, un ragazzo morente tra le mie braccia e non potei mentire.


Sarà l’incontro con Thomas a incrinare ogni rifugio mentale e comportamentale. 
La sua insistenza, la sua capacità di vedere oltre alla sua “bruttezza” caratteriale ed emotiva, al suo dolore, a risvegliare un calore che lentamente lo porterà a sperare, a respirare e a smussare quegli angoli affilati che gli lacerano l’anima. 
Sarà la loro timida amicizia che sboccerà in titubante amore a salvarlo e a sostenerlo quando l’orrore di ciò che è stato tornerà per ghermirlo nuovamente.

Col fuoco, il vetro rotto può essere scaldato e ricomposto in qualcosa di integro. Qualcosa ancora puro nonostante la frantumazione. L’Amore era il fuoco che bruciava dentro di me come la verità, ardeva più forte e brillante di qualunque altra cosa.


La casa di vetro” è una storia struggente di una bellezza unica e meravigliosa, come il cuore dei due ragazzi che hanno saputo trovare la forza di rinascere tra le loro braccia, e grazie a quell’amore tornare a vivere e respirare veramente. Imperdibile.

E senza dire un’altra parola, ci baciammo sul retro del laboratorio come se solo quello avesse importanza. Ed era così. E lo è. Perché non siamo fragili come il vetro siamo come la luce che brilla attraverso di esso, luminosa ed eterna, senza gerarchie né ragione. Non siamo sculture, immobili e inflessibili: siamo vivi e incompiuti. Siamo innamorati. Ed è abbastanza.













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